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Aree marginali e modelli geografici di sviluppo

Considerando il progressivo decadimento dei territori marginali, punto cruciale e strategico delle Amministrazioni è la valorizzazione delle risorse esistenti, la creazione di nuovi percorsi di interesse attraverso forme di turismo attento e responsabile, l’attrazione di nuove attività imprenditoriali e lo stimolo a nuovi progetti e investimenti.
Campanilismo e individualismo sono però mali endemici di questi territori e pertanto tema forte di un processo di rivitalizzazione non può che essere quello di creare collegamenti operosi tra quel territorio e altri territori, tra le persone che ci vivono e altre persone che potrebbero essere interessate, in altre parole collocare quel posto all’interno di una rete di relazioni vitali.
Se dovessimo parlare il linguaggio oggi abitualmente utilizzato diremmo che si tratta di vendere bene quel prodotto, di collocarlo su un mercato potenziale che manifesti interesse oppure diremmo che si tratta di trovare adeguati influencer in grado di attirare l’attenzione.
Ma possiamo anche trovare altre forme di presentare il problema e una forma che a me sta a cuore è quella di individuare stimoli sul territorio per lavorare su progetti formativi e culturali, che puntino cioè a creare dialogo costruttivo e creativo tra diversi soggetti di quello e altri territori, stabilire punti di valore che rafforzino il collocamento di quel territorio in un’ampia e qualificata rete di relazioni.
Rosario de Iulio e Antonio Ciaschi nei saggi pubblicati nel volume “Aree marginali e modelli geografici di sviluppo” avvertono che la dimensione territoriale del turismo locale impone che il “prodotto territorio” sia collocato in una dimensione sistemica della strategia di sviluppo.
In altre parole occorre tenere presente che i normali flussi turistici e i percorsi che attraggono la maggior parte delle persone curiose di viaggiare e di fruire delle eccellenze locali sono normalmente indirizzate verso i punti di eccellenza e decisamente meno verso realtà poco note. Le bellezze e i valori delle aree marginali risultano in sintonia con persone dotate di maggiore curiosità culturale e richiedono una maggiore attenzione alla loro collocazione in un discorso più ricco e articolato.
Come tradurre questi principi in azioni? Si tratta di stabilire percorsi dove le risorse locali diventano espressioni di un discorso unitario, articolato e coerente, di trovare interlocutori precisi e mirati e costruire in modo creativo uno stimolo attrattivo che favorisca il rapporto.
In Italia esperimenti di questo tipo si stanno moltiplicando, alcuni con più fortuna di altri ma si può dire che si può rintracciare un filo comune tra queste esperienze. Un filo che lasciamo al lettore il compito di individuare. Il nostro sforzo sarà quello di individuare queste esperienze e segnalarle ed eventualmente, per chi fosse interessato, cercare di stabilire collegamenti, attivare incontri di confronto e di collaborazione.

Aree marginali e modelli geografici di sviluppo, a cura di Rosario De Iulio e Antonio Ciaschi, Sette Citta edizioni, 2014 – disponibile in ebook