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La restanza

Un’esperienza che muove dalla filosofia del turismo responsabile, ossia la creazione di percorsi di degustazione lenta e intelligente del territorio, è quella di Ca’Mon che ha concluso quest’anno a Crea l’edizione 2019 di It.a.cà Monferrato.
Tema di quest’anno era la Restanza e così era stato presentato da Max Biglia, coordinatore del progetto insieme a Pier Iviglia:

Parlare di «restanza» in un festival che pone l’accento su migrazione, viaggio e turismo responsabile può suonare azzardato. Ma se restanza indica la condizione di chi decide di restare non per rassegnazione, ma con un atteggiamento propositivo, a legarla al concetto di migrazione c’è il diritto di scegliere tra il migrare e il restare, dando senso all’abitare. Restanza è una parola il cui significato è una mescolanza di errori, bellezza, stimoli, silenzi e qualità; una matassa aggrovigliata che ha il desiderio di srotolarsi piano piano per recuperare la fedeltà delle cose mobili, sane e intelligenti.

l festival ha unito conferenze e seminari con spettacoli musicali, teatrali e degustazioni di prodotti di qualità del territorio. Quest’anno sono stati presenti nelle giornate di Crea Miriam Camerini, suor Giuliana Galli, Elio Carmi, Oscar Farinetti, Fabio Caressa, Enrica Tesio, il cantautore Mao, Federica Angeli, Umberto Galimberti, Vittoria Iacovella, Patrizio Roversi.
Al Teatro Civico di Moncalvo è stato presentato “Questa parte del mare” di Gianmaria Testa con Giuseppe Cederna, regia di Giorgio Gallione in collaborazione con Produzioni Fuorivia e Teatro Stabile di Torino, Teatro Nazionale.A Serralunga di Crea è stata inoltre allestita la mostra “Noialtri” progetto sostenuto da Regione Piemonte, Sprar, Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, Associazione Professione Reporter ed Ecomuseo Basso Monferrato Astigiano. Curato dalla giornalista della Stampa Laura Secci con le immagini di Giulio Morra.
Sempre nel programma, sono state realizzate tavole rotonde, laboratori per le scuole, degustazioni, camminate ed escursioni a piedi e in bici, yoga e biodanza.
È doveroso e necessario aggiungere per fornire un quadro completo del progetto Ca’Mon che il festival annuale non fa che dare maggiore visibilità a una intensa attività che, per tutti i dodici mesi dell’anno, promuove le iniziative delle singole realtà del Monferrato casalese inserendole in una crescente rete di rapporti e di relazioni nazionali.